Note Panunziane (di Edenz Pastora) - EP.5

Bob Dylan edenz paestora Note Panunziane Rubrica

Sono frammenti. Sono cose trovate sotto una pietra. Del resto, "Clinic-Alternative Music Store" è venuto ad essere, con gli anni, un santuario di ritrovamenti salvifici. Non si esagererebbe ad aggiungere "miracolosi". Ecco dunque, in questo presidio alle soglie del deserto, piccolo tempio del fatto culturale, apparire queste "note a pie' di pagina" (Bobi Bazlen). Intestate ad una alterità culturale molfettese poco illuminata da fari d'interesse. Sergio Panunzio. Occultato nell'ombra quasi infera, costrettovi dall'involontario santo laico Gaetano Salvemini. Sergio Panunzio fu uomo di intelligenza panica. Che navigò, sul motopeschereccio classico dell'Anarchia d'indole del molfettese, dal sindacalismo rivoluzionario al fascismo. Ma che muore, nascosto alla caccia fascista, in quel di Roma, nel periodo ambiguo che marca la fine dell'Italia mussoliniana. Le sue sono suggestioni per un piccolo "osservatorio sui territori di confine" che, dalle rilevazioni archeologiche, cercherà di portare alla luce reperti che contribuiscano a comporre un affresco, per vocazione incompiuto, della "Invisible Republic". Greil Marcus è il supremo cabalista di questi frammenti. Il maestro vissuto quasi quotidianamente, ma indegnamente - tra il 1987 e il 1989 - è Franco Cassano. Eccentrico e decentrico d'antidogmatismo. Divisa da piccolo maestro anglosassone.
Ma del calvinismo sghembamente mediterraneo.
°°°°°°°°°°°°
EP.5 - La Nera e l'Uomo col cappello

Nel Giorno di "Sara-la-Kali/Sara La Nera". Nel Giorno di Bob Dylan-Quel tappeto steso sul palco a dire di eccentrico rituale di tributo // Questa esibizione è un rituale zingaro. Lo è in modo assoluto. Costretto a catena. Chiuso in cella. Oscuro di ergastolo. La Eterna Devozione all'Estraneo. Che voglia dirsi incolto. Figlio di malacura. Lasciato al dominio di erbaccia. Alla consunzione da massacerta' in atmosfera resa schiava di bizzarria d'arbitrio. È il Dylan più difficile da fermare. "Quello con il cappello". Con la faccia tinta-Uomo dislocato a un crocicchio mentre si fa "Notte di Resa dei Conti". Fantasma d'abbaglio d'incubo non maleferente d'un rituale funebre antico greco. O funebre di decadenza dell'Impero Romano. Figlio di delirio sotto controllo di sogno. Letto a vaticinio da Rol. "Satyricon" di Fellini. O, forse meno nobile di panica collaborazione artistica, "Satyricon" di Polidori. Ma la chiave ad aprire tutte le porte sta solo in "Sara La Nera". "Rabbi Dylan" dà segno d'occhio solo a lei. La tiene al suo fianco a dire : "È Lei che mi guida". La si guardi. Scarlet Rivera, col suo violino d'ancestro di carro di carovana, è la donna che osserva col suo sguardo circonfuso d'un fumo denso di profumi a contrasto che vengono ad amalgama del mai più libato. Fumo che è acqua d'ultima polla. Fumo che è ultimo pane spezzato. Sì, lo sguardo di Scarlet Rivera è di quel pane che tutti sentono pulsar in intuito. Il pane spezzato dal re di tutti gli zingari che hanno lerciato il mondo della più sacra sporcizia. Di colui che lavo' i piedi più devastati da ragadi purulente figlie di passi d'innumero conto nel Deserto più sacro al Dio Cattivo e Dispettoso. Di colui che immerse il suo naso nei capelli più concupiti delle strade sterrate e olezzanti di peccato di Magdala-Quelli oscuri di notte d'urlo di piacere, i capelli di Maria. Scarlet Rivera ha del timido che cospira d'audace al minimo di baleno di desiderio nel suo sguardo. Ed ecco chi lo spezza, quel pane d'occhio: Yehoshua ben Yosef. La Regina degli Zingari, li sul palco, sta ad evocarlo, il più miserabile dei miserabili che si fece "Re dei Re". Col suo violino che porta rosa a talismano di mani sempre a cercar la nota che canti di dissono strano d'armonia. Ma non cerca solo per lei. Scarlet Rivera si configge a sacro chiodo d'insangue, il più dolce che di possa desiderare a penetrar carne ancora viva, per tutto ciò che venga a pararsi allo sguardo nell'inatteso del mattino. "Guardala" // La vedi. Una prima volta. È vestita di nero. Interamente di nero. Pare roba da poco che abbia addosso. Sì, è decisamente roba da poco. Ma su di lei rifulge di nobiltà che mai più si potrebbe incontrare, ad intraprendere viaggio da ultima cerca per i sette mari in porto a dominio di esotico profumo di Persia. Giubbotto da nulla. Pantaloni da nulla. Scarpette nere da ginnastica da nulla. Vedi solo una parte delle sue caviglie. Che sono sottili. Il marchio di elezione agli occhi degli Dei. Ha sempre le mani nelle tasche della giubba. A difendersi. A difendere anche chi la guardi. Questo diventa dono del suo seno giovane. È concentrata su qualcosa. Ha lo sguardo basso. Forse studia. Non si vedono auricolari(potrebbe anche averne, chi scrive è profondo ignorante d'ogni tecnologia), la sua musica è di quelle da sacri riti di iniziazione persi nel gorgo di sublime dissipazione. A dir di antichità, si farebbe scorcio del tempo. Ma si può star certi che angoli di mondo inconosciuti ancor ne contino di simili ritualità d'ancestro. Lei viene di lì. Il suo sguardo basso d'Enigma lo dice. Ma il primo acchito parla veleno di: "Presunzione". Crisma di supponenza lanciato in sciatta bestemmia. Danno di alterigia inflitto ad una ragazza sconosciuta che va per la via a cantare in parole ignote di lingua bagnata nelle acque d'origine della civiltà la sua radicale estraneità al tuo sguardo di baratraica incoscienza. Una ignavia innata, venuta fuori in un giorno di luce d'eclisse solare. A farti dono velenoso di stupida dannazione a dar giudizio. A farti dono velenoso di intima invidia dell'incoglibile. Quella ragazza sta lì a darti umiliazione del tuo meschino "palazzo dell'insipienza". Ti si conficca a coltello nel cervello. Torni a casa col suo passo cadenzato a danza di cerca che non ti avrà mai nei suoi. Che ti sfigurera' di giudizio finale di dannazione all'ignoranza. Ed il tuo "palazzo" pericla del più rovinoso dei pericoli. Guardi tutto quel pieno tuo, che pensi di aver costruito in sapienza da sguardo nel "Baratro della Storia", e lo vedi trascolorarsi del cupo colore del vacuo. Lo vedi bruciare tra le fiamme che avvolsero la suprema raccolta della sapienza umana, la "Biblioteca di Alessandria". Il giudizio ti si ricaccera' in gola come se tu venissi fuori da una stampa di taglio d'Inghilterra d'Ottocento. Smorfia al cospetto di Grazia. Quando la reincontrerai, quella sacra presenza siriaca venuta a dono nel più infimo buco da traffico di merciaglia sulla costa adriatica, non potrai che nutrirtene. Quella ragazzina dai tratti esotici, dai capelli neri raccolti in una treccia che senti profumatissima di frutti di giardini figli del risveglio nell'Eden, dall'inqualificabile oscuro di sguardo perso tra righe che ti verranno sempre indegnate sta a dire di Donna per te negata. "Ogni Donna ti sia negata". E la ricerca affannosa di sapere è quel vano cammino nella dannazione del mondo a cercar di negare quella negazione // A "Saints-Maries-de-la-Mer" oggi si immerge fin quasi a scomparsa nei flutti una epifania di Scarlet Rivera. Ad accompagnare questo rito di Benedizione Zingara-Rom e Sinti a dire dell'ultima Internazionale a cui giurare fedeltà fino alla fine dei propri giorni-c'è musica che si colora delle atmosfere evocate da questa Sacra Carovana. Nel 1975 // "Questo libro recherà ben poca gioia. Parlerà di smarrimento. Il suo argomento è la disperazione" ("La morte in Persia"). E intanto si faceva cospargere del balsamo d'ogni droga. In oscuri bugigattoli volti a fumerie, in paesini occulti anche alle mappe, in Persia. Qui, in queste righe depravate, si va in cerca vana del sudore di Annemarie Schwarzenbach. Lingua maledetta in miserabile ignoranza, non potrai mai nutrir le tue papille di quel nettare // Bob Dylan(vocal&guitar)Bobby Neuwirth(guitar&vocal)Scarlet Rivera(violin)T-Bone Burnett(guitar)Steven Soles(guitar&vocal)Mick Ronson(guitar)David Mansfield(steel-guitar, mandolin, violin&dobro) Rob Stoner(bass)Howie Wyeth(piano&drums) Luther Rix(drums, percussions&congas)Ronee Blakely(vocal) // "Sara La Nera&Bob Dylan/Una Benedizione Zingara".

 

 (Foto di copertina: Nicaragua, 1979. Guerriglia sandinista. "El Comandante Cero". Elaborazione fotografica di Aleksandr"Ant"Rodcenko)

>Click qui per l'Ep. 4 <


Articolo più vecchio Articolo più recente


Lascia un commento

Si prega di notare che i commenti sono soggetti ad approvazione prima di essere pubblicati