Ad un mese dall'evento ho il grande piacere di condividere il testo qui di seguito, il singolare racconto di un'amica amante della musica e affezionata cliente di Clinic, Marta Aurora.
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Un pomeriggio estivo in una tranquilla cittadina del nord barese. Ore 15.00. Strade assolate bagnate da un sole che fa prove di bella stagione. Una fila tortuosa che si snoda nervosamente lungo i bordi di uno stretto marciapiede, in una via centrale. Un brusio incontrollato come il vociare di un organismo vivo, snodabile; uno sciame d’api ognuna che si affaccia dal proprio favo planando verso una meta comune. Se ti lasci avvincere dalla curiosità e ti avvicini, scorgi una massa di giovani e adolescenti, molti dei quali stringono tra le dita oggetti rotondi, dalla circonferenza grande o piccola, dischi e dischetti custoditi in involucri di plastica o cartoncino. Tutti che attendono in modo sorprendentemente ordinato di accedere nell’unico negozio musicale di questa comunità: il bellissimo Clinic, baluardo insostituibile di una concezione di fruizione musicale ancora solidamente radicata al supporto fisico.
Alcune figure all’interno: un ragazzo gentile e accogliente – il proprietario di quello scrigno di tesori musicali- impegnato nel curare ogni dettaglio dell’evento; un artista della scena rap nazionale – al secolo noto come Nayt - seduto alla sua postazione firma copie d’ordinanza e la processione incessante di fans adoranti, da cui si sgancia il ragazzo o la ragazza di turno alla ricerca di una foto ricordo, corredata da autografo apposto sulla copertina dell’ultima fatica del nostro, dal titolo “Habitat”.
Nayt è un giovane uomo emerso dal variegato ed affollato mondo del rap italiano, liriche graffianti, ritmi sostenuti e tanta voglia di tracciare un percorso per le nuove generazioni. In una recente intervista, ha affermato di voler sfruttare l’enorme potenziale sociale e culturale che il rap possiede, con una sicurezza e profondità di contenuti che a volte ti sorprende che il suo lavoro sia considerato soltanto una raccolta di pezzi da classifica. In una deriva piena di macerie, a cui siamo giunti con l’invasione incontrollata del reggaeton, dei pezzi da spiaggia e delle affiliazioni strategiche tra vecchie glorie ed emergenti misconosciuti, un ragazzo dall’aria volitiva, dall’indubbio carisma e dalla voglia di condividere stati d’animo e visione della realtà, usando apertamente sperimentazione sonora e contaminazioni cinematografiche, non può che giovare e portare una notevole ventata di novità all’interno di un target di pubblico da sempre tacciato di superficialità e scarsa conoscenza della cultura musicale italiana ed internazionale. Un grazie macroscopico a Clinic, nella persona di Antonello Lisena, che ha permesso che Molfetta, per un giorno, per alcune ore, diventasse città d’avanguardia musicale, riferimento per tanti appassionati, scombussolando la granitica siesta della controra molfettese.
👉 Rubrica: Note di Poesia (Marta Aurora)