Pronti per un "Sogno Lisergico"?
Il 14 ottobre gli Obscure Paths presentano il primo singolo "Why not White" che anticipa la pubblicazione del nuovo album "Cosmonisti".
Istintivi e imprevedibili come in passato, gli Obscure Paths, giunti quasi alla maggior età, presentano un suono ben consolidato in un concept album mutevole che avvicenda momenti di quiete e turbamento. I fraseggi e gli arpeggi di chitarra, che spesso fluiscono in riff secchi e taglienti, sono ben assecondati dalle pulsazioni del basso elettrico e dalle progressioni dei ritmi della batteria e delle percussioni.
"Cosmonisti" è una trasposizione in musica di alcuni capitoli del romanzo "Il Manifesto dei Cosmonisti" (Iperborea Editore) di Mikael Niemi, scrittore svedese. La narrazione è incentrata sui camionisti spaziali, appunto i cosmonisti, che si muovono in un fantascientifico futuro prossimo, nel quale l'umanità ha conquistato lo spazio e c'è la necessità di manovalanza per svolgere dei viaggi commerciali verso le zone più remote dell'esistenza. Lo scenario che si apre dinanzi ai protagonisti li porta a riconsiderare le convenzioni del pianeta terra e a riconoscere i limiti e la fragilità del nostro essere.
Line-up:
Dario Sciancalepore: batteria, percussioni e synth / Fabrizio de Ceglia: chitarre ed effetti / Sergio de Ceglia: basso elettrico / Vincenzo Angione: chitarre ed effetti
Discografia:
Obscure Paths in the Light (Demotape 2007) / Nipios (Demotape 2008) /
On a Dry Season (Ep 2009) / At a Loss (Album 2013) / Meta (Album 2016)
In occasione dell'imminente pubblicazione del nuovo album gli Obscure Paths concedono un'intervista esclusiva al Clinic Music Store. Vediamo cosa hanno da dirci:
- Sono passati ben sette anni dal vostro ultimo lavoro in studio "Meta". Oltre al testo "Manifesto dei Cosmonisti" che è chiaramente la fonte d'ispirazione del nuovo album, quali sono le letture che hanno accompagnato il vostro tempo in questi anni? E gli ascolti? Alcuni di questi ultimi hanno ispirato le nuove composizioni?
Durante questi anni abbiamo avuto numerosissimi stimoli in ambito artistico. Le nostre letture sono state molteplici: saggistica sul medioevo, teoria dei colori, saghe fantascientifiche e romanzi giapponesi. Non sapremmo definire quanto abbiano influenzato il disco, ma non possiamo neanche escluderlo del tutto. Quanto alla musica, di sicuro ci siamo accorti di un’evoluzione nel nostro approccio all’ascolto: ad un’interazione emotiva con le note se n’è aggiunta una più razionale, quasi architettonica. Soffermarci di più sugli aspetti strutturali e di produzione dei brani ci ha dato dei preziosi suggerimenti per dare il giusto risalto ai vari momenti delle composizioni, un aspetto vitale per far rendere al meglio la musica strumentale. Ad esempio, avremmo ascoltato “As the Love Continues” dei Mogwai più di 200 volte! Abbiamo anche avviato una piccola iniziativa sul nostro profilo Instagram nel 2021: ogni giovedì condividevamo nel nostro “Throwback Thursday” un brano o un album a cui tenevamo particolarmente, assieme ad una breve descrizione. È stata l’occasione per riesaminare in maniera più matura la musica che ci aveva accompagnato sino a quel momento.
- Questo nuovo disco è in qualche modo legato a quelli del passato o dopo tutti questi anni c'è un taglio col trascorso ed una sorta di rinascita per gli Obscure Paths?
Sino ad oggi abbiamo sempre riflettuto sui passi precedenti prima di muovere quello successivo e, proprio per questo, crediamo che “Cosmonisti” rappresenti il picco del nostro percorso. La risposta può suonare banale, ma questo disco ha goduto di una cura e di una programmazione senza precedenti. Queste peculiarità ci hanno convinto a donargli anche una cornice grafica che esprimesse al meglio le atmosfere presenti nei diversi capitoli del “Manifesto dei Cosmonisti”. Ci siamo quindi affidati a Francesco Riccardi (@freakering), specializzato in grafica 3D, per dare una veste visuale ai brani, creando 8 soggetti originali, di fatto una copertina per ogni composizione, e un video che accompagnerà l’uscita del brano di lancio. Questo album rende giustizia ai nostri sforzi e speriamo che la nostra musica riesca a trasmettere la nostra passione e il nostro impegno a coloro che decideranno di ascoltarla.
- Perchè la decisione di un concept per questo nuovo album? E qual è il suo tema conduttore?
Prendere questa decisione è stato semplice: un gruppo strumentale prima o poi non può fare altro che confrontarsi con un concept. Ma il motivo reale è che abbiamo deciso da sempre di abbracciare e descrivere una storia, anzi tante storie, con la nostra musica. Questa volta abbiamo scelto una serie di racconti fantascientifici per dare a chi ci ascolta un aggancio concreto. Ma anche, come sempre, desideriamo dipingere paesaggi, terrestri e non, raccontare storie e, perché no, anche ispirare momenti di riflessione o semplicemente costruire viaggi per cui, forse, non esistono ancora, o non esisteranno mai, parole adatte.
- Come è avvenuta la produzione di questo disco? Quali sono state le fasi salienti? Raccontateci qualche aneddoto del "dietro le quinte".
La preparazione dei brani di "Cosmonisti" è partita a fine 2018, complice il rientro in pianta stabile qui in Puglia di Vincenzo, una delle due chitarre. Riunitasi la formazione al completo, abbiamo potuto riprendere il nostro classico approccio di creazione, ovvero lunghe sessioni di improvvisazione in sala prove. Eravamo nel vivo della produzione dei brani, avevamo trovato un’occasione per riprendere a suonare live, ma nella primavera del 2020 il Covid ha rallentato tutto. Non ci siamo fatti abbattere e abbiamo sfruttato il lungo periodo di isolamento per lavorare autonomamente sugli arrangiamenti dei brani, nei nostri piccoli studi casalinghi. È stato in questi momenti che, spinti anche dalla necessità, abbiamo deciso di alzare l’asticella e donare un’organicità, una compattezza alla composizione nel suo insieme. Abbiamo capito che avevamo tra le mani un concept. A Dicembre del 2022 ci siamo presentati nel FourWalls Studio di Giovinazzo con i provini nella loro forma definitiva. Anche troppo: centinaia di tracce che hanno causato spesso e volentieri tanti grattacapi a chi ci ha aiutato!
- Come è stato scelto il singolo che anticiperà la pubblicazione dell'album?
Abbiamo scelto come singolo il brano ispirato ad uno dei capitoli più suggestivi del romanzo: “Why not white”. Parte tutto da delle semplici domande relative al nostro universo: Perché è immerso nell’oscurità? Perché è così? Cos’ha impedito che tutto fosse pervaso da una luce abbagliante? Com’è noto a tutti, le origini dell’esistenza rimangono un mistero, ma la teoria elaborata dal romanzo è senza dubbio originale: non siamo altro che il frutto di un immenso, primordiale pasticcio. Viviamo nell’universo che ci meritiamo perché l’impulso generatore, l’enorme esplosione che definiamo “Big Bang”, è un puro e semplice errore, causato dagli elementi più stupidi di un’antica civiltà la cui missione era la fecondazione di agglomerati di materia. Abbiamo cercato di rispecchiare queste tematiche nell’andamento del brano, che parte da un’atmosfera rarefatta, da una melodia ben definita, e progredisce verso una sempre più prepotente sopraffazione della stessa da parte del fragore caotico delle distorsioni.
- Gli Obscure Paths sono alla soglia della maggiore età, cosa sentite di dire a chi vi segue da sempre o chi vi ha conosciuto nel corso della vostra carriera e soprattutto a chi vi conoscerà grazie all'ascolto di "Cosmonisti"?
Non è un modo di dire: come gruppo siamo nati nel 2006, uniti dall’ambizione di creare un miscuglio tra generi musicali, attitudini e personalità diverse. Ci siamo lanciati da subito nella composizione e nella creazione di un linguaggio musicale nostro, con risultati che col passare degli anni possono sembrare imbarazzanti, sorprendenti, fuorvianti o semplicemente suscitare tenerezza. Ciò che non ci ha mai fatto fermare, che ci ha permesso di mantenere vivo il nostro spirito, è la consapevolezza che la musica stesse crescendo con noi, che la nostra sensibilità aumentasse ogni volta che trovavamo una nuova idea da catturare e che ogni tentativo ci permettesse di avere idee ancora migliori al prossimo giro di giostra. Ci siamo confrontati, abbiamo discusso innumerevoli volte su quanto non trovava tutti d’accordo, ma ciò che rendeva vivi e significativi i nostri scontri era la sincera tensione che provava ognuno di noi verso la migliore resa possibile dei nostri brani. Ad un ragazzo di 20 anni, appassionato come noi di musica, che si imbattesse in un nostro disco, diremmo probabilmente una sola cosa: non chiuderti in un genere, in una sola etichetta, ascolta tanto, fatti influenzare, sbaglia e riprova ma trova la tua voce.
- Particolari istruzioni per vivere a pieno l'esperienza d'ascolto di questo nuovo lavoro?
Sicuramente chi ha letto il libro avrà un ottimo riferimento di partenza, ma abbiamo anche progettato il libretto della versione fisica per fornirvi un fedele compagno di viaggio nell’ascolto di “Cosmonisti”, in quanto andrà ad espandere con testi e immagini ogni brano. Pensiamo che le care vecchie casse sparate a tutto volume sapranno soddisfare a dovere l’ascoltatore. Come sempre, quello che conta è la libertà: ascoltatelo come e dove vi va, fateci sapere cosa vi ispirerà.
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