Ispirato dai grandi del soul e del jazz, arriva il brillante debutto di Celeste, "Not Your Muse". È passato quasi un anno dal giorno in cui Celeste Waite si è esibita ai Brit Awards 2020 e ha stupito il pubblico di Billie Eilish, Courtney Love, Stormzy e Harry Styles, con la sua ballata "jazz gotica" 'Strange'. La sera successiva, ancora stordita, Celeste si ritrova a un altro evento stellato, seduta accanto a Florence Welch in una sfilata di Gucci.
Potrebbe sembrare che questo talento sia spuntato dal nulla, ma c'è stato un lavoro costante, durato circa sette anni. Un lavoro che ha dato vita ad un canto brunito che suona come se sentissi tutto per 10 volte, rispetto all'intensità dei comuni mortali. Una fusione roca di jazz e soul. Da Eartha Kitt e Dusty Springfield a Billie Holiday, è una voce su misura per accompagnare serate a lume di candela, un martini o tre e forse, solo forse, fiumi di lacrime.
E sebbene l'album di debutto di Celeste, "Not Your Muse", fosse tutt'altro che finito quando lei e Florence hanno avuto la loro chiacchierata, durante la sfilata di moda, ora è stato pubblicato, dopo mesi di tagli e modifiche rispetto alla data prevista di uscita, a causa del coronavirus. Ed è valsa la pena attendere. Un disco brillante, il sound jazz, la sezione dei fiati e le radici degne di un tema di Bond sono avvolti in un moderno sfarzo pop, altrimenti noto come "il metodo Amy Winehouse-incontra-Mark-Ronson". Se ci fosse una ricetta infallibile per diventare superstar, sarebbe questa.
"Avevo già iniziato a scrivere due o tre anni fa, ma non riuscivo a trasmettere appieno ciò che volevo veramente dire", spiega Celeste. "Alla fine ho dovuto prendere una posizione ferma e riversare nel disco quella che sono realmente" quindi "questo disco è quello che sono".
Celeste ha anche avuto l'onore di essere stata nominata vincitrice del BBC's Sound 2020, un anno che la maggior parte di noi preferirebbe dimenticare.
Un anno che ha visto il suo primo tour da headliner cancellato.Glastonbury ritirato per il secondo anno consecutivo.
"Credo che nella mia mente fossi ottimista sul fatto che alcune di queste cose sarebbero accadute", sospira Celeste. "Ma l'idea di centinaia di migliaia di persone [a un festival] non sembrava così realistica ..."
Ora possiamo solo immaginare la scena: un assolato sabato pomeriggio, Celeste in piena modalità diva e un abito favoloso, sul palco principale, che canta a squarciagola i suoi "colpi blues" mentre ti difendi dalle scottature solari e dalla disidratazione indotta dall'alcol. Beatitudine.
(Foto di Alessandro Raimondo)