Note Panunziane (di Edenz Pastora) - EP.3

Eden Pastora edenz paestora Note Panunziane Rubrica The Clash

Sono frammenti. Sono cose trovate sotto una pietra. Del resto, "Clinic-Alternative Music Store" è venuto ad essere, con gli anni, un santuario di ritrovamenti salvifici. Non si esagererebbe ad aggiungere "miracolosi". Ecco dunque, in questo presidio alle soglie del deserto, piccolo tempio del fatto culturale, apparire queste "note a pie' di pagina" (Bobi Bazlen). Intestate ad una alterità culturale molfettese poco illuminata da fari d'interesse. Sergio Panunzio. Occultato nell'ombra quasi infera, costrettovi dall'involontario santo laico Gaetano Salvemini. Sergio Panunzio fu uomo di intelligenza panica. Che navigò, sul motopeschereccio classico dell'Anarchia d'indole del molfettese, dal sindacalismo rivoluzionario al fascismo. Ma che muore, nascosto alla caccia fascista, in quel di Roma, nel periodo ambiguo che marca la fine dell'Italia mussoliniana. Le sue sono suggestioni per un piccolo "osservatorio sui territori di confine" che, dalle rilevazioni archeologiche, cercherà di portare alla luce reperti che contribuiscano a comporre un affresco, per vocazione incompiuto, della "Invisible Republic". Greil Marcus è il supremo cabalista di questi frammenti. Il maestro vissuto quasi quotidianamente, ma indegnamente - tra il 1987 e il 1989 - è Franco Cassano. Eccentrico e decentrico d'antidogmatismo. Divisa da piccolo maestro anglosassone. Ma del calvinismo sghembamente mediterraneo.

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EP.3 - The Clash. Istruzioni di guerriglia per bande dall'Inghilterra Rossa

Concerto di The Who allo Shea Stadium di New York. 12-13 ottobre del 1982. The Clash sono gruppo di spalla. Sono in formazione con Terry Chimes alla batteria. L'attacco del set è puro "stoss punk" - "Career Opportunities" viene dal primo album ("Non lavorare mai", è la sentenza dai toni cinesi di Guy Debord, che fu maestro di molti affaristi inglesi del movimento punk, negli Anni Settanta-alcuni sono in attesa del randello di Johnny Rotten, che li cerca ancora, vicolo per vicolo). Le riprese, nei colori, richiamano quelle effettuate per il concerto di The Beatles diciassette anni prima, nello stesso luogo-15 agosto 1965. Si marca a fuoco di colori sfasati di pastellita' il rito sacrificale di conquista del suolo di America da parte di "finti americani". The Beatles indossavano, infatti, divise da militari in campagna africana. The Clash, invece, portano l'esperienza militare da piccola formazione di guerriglia sandinista. Sono schierati, sono bardati, sono armati come una unità guerrigliera. E la potenza di fuoco è di quelle che puntano preciso all'obiettivo. The Clash, in sei anni, non ha mai sbagliato un colpo. Con quali persone si avesse a che fare, ce lo disse Lester Bangs in "Psychotic Reactions And Carburetor Dung": [...] The band is taut terror from the instant they hit the stage, everything they're supposed to be and more. I reflect for the first time that I have never seen a band that "moved" like this [...]. The Clash sono una tattica di guerriglia in musica. È il libro di Che Guevara "La guerra per bande" tradotto in modo di approccio al palco. Rozzo muro del suono e chitarre impugnate come mitra. Movimento continuo, a schivare i colpi dell'avversario, e fissità del capo-unità di combattimento. Una danza d'esorcismo da bassofondo irriducibilmente antagonistico dinanzi all'avanzata dell'edonismo reaganiano e dell'iperindividualismo thatcheriano. Non si può vivere a lungo, quando si sia riusciti a tradurre in musica una fedeltà politica. Si muore, come band, nel 1982. Si muore, come uomini, nel 2002. The Clash è la tessera personale al Socialist Workers Party in eterno. Bisogna fare in modo da non pensarci troppo a quella tessera, quando la hai in tasca. Il cervello sanguina. The Who aprirono quel concerto con una versione di "Twist And Shout". Pete Townshend si tagliò la gola a lama di coltello, quella sera. John Lennon era morto due anni prima, pianse per lui, lacrime di sangue / Guardando un libro. Sulla copertina c'è una illustrazione, figlia di una scuola del disegno che terremota il realismo socialista sin dalle sue fondamenta. Dall'Ungheria. Autore è Ferenc Pinter. Il libro ha per titolo:"La guerra per bande". La traduzione è di Adele Faccio. "Gli Oscar settimanali" 132bis. "Che" Guevara era morto qualche settimana prima. Ucciso durante una azione di guerriglia in Bolivia. Un'aura di epica. Di mito. Che trascolora nel cupo oscuro dell'esecuzione. Dell'assassinio. O nel rosso vivo di sangue da taglio delle vene dei polsi. Un suicidio. Sporcarsi le mani di sangue per la Rivoluzione. Vide, in illuminazione da profeta, Victor Serge. Tra le macerie e nel fuoco d'incendio dell'ottobre del 1917.
 (Foto di copertina: Nicaragua, 1979. Guerriglia sandinista. "El Comandante Cero". Elaborazione fotografica di Aleksandr"Ant"Rodcenko)

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